I Vanadium sono stati senza ombra di dubbio la heavy rock band italiana più famosa nel nostro paese e in Europa, tra i primi a proporre questo nuovo genere musicale in Italia all’inizio degli anni 80. Influenzati dalle band più famose d’oltremanica come Deep Purple, Led Zeppelin e Judas Priest, proposero un hard rock di buona fattura grazie alle loro capacità tecniche e compositive che via via affinarono fino a trovare il proprio stile musicale che poi diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica.
Gli esordi:
Il nome della band prende spunto dal vanadio, una delle leghe metalliche più dure con la quale vengono costruite le chiavi inglesi, come il loro sound, duro e pesante, e gli fu attribuito dal primo cantante Rino Squillace, egli durante i concerti era solito indossare una tuta da operaio nella quale usava mettere una vistosa chiave inglese nella tasca dei pantaloni, da allora la chiave inglese diventerà il loro simbolo. La prima formazione di cui oltre a Rino facevano parte anche Giorgio Occhipinti alla chitarra, Franco Avella alla batteria e Gianfranco Ghislotti al basso, era alla ricerca di una chitarra solista, vuoto che fu colmato con l’ingresso nella band del giovanissimo e talentuoso Stefano Tessarin, che tornava dal tour dove accompagnava con la sua chitarra l’arlecchino del rock italiano Alberto Camerini. Cominciarono a suonare nelle prime manifestazioni dell’epoca cantando in italiano con vari brani originali, come al primo rock festival tenutosi a Roma nel 1980 dove si fecero notare per la carica e l’energia sprigionata sul palco, riscuotendo notevoli consensi. Questi primissimi Vanadium si fecero apprezzare nell’area milanese, tanto che nella primavera dello stesso anno gli venne offerto di aprire il concerto di Joe Jackson al Palalido di Milano dove parteciparono con la band rinnovata; Giovanni Jimpel alla seconda chitarra e Fortunato Saccà al basso
Il primo disco:
Dopo un paio di mesi la band si rinnovò ulteriormente, capitava in quel periodo che i Vanadium condividessero il palco con altre band già note sul territorio, una di queste erano i Pulsar che suonavano musica blues della quale facevano parte il cantante Pino Scotto ed il tastierista Ruggero Zanolini. Fu proprio durante una di queste serate che Stefano chiese a Pino di entrare a far parte della sua band, e visto che non voleva più avere una seconda chitarra all’interno del gruppo, poiché era affascinato dalle tastiere e dall’organo Hammond di Ruggero, insieme a Pino convinse quest’ultimo a far parte dei Vanadium, mentre alla batteria subentrò Americo Costantino, giovane ma dotato già di ottima tecnica. Ruggero aveva una piccola azienda di fotolitio, dove gli capitava spesso di produrre copertine di dischi e musicassette, inoltre conosceva diversi manager e produttori discografici. Un giorno Gegè Reitano fratello del noto cantante Mino, si recò presso il laboratorio di Ruggero per delle stampe, Ruggero cominciò a parlargli del suo gruppo e della musica che proponevano, anche se si erano formati da appena tre mesi, “Geyrey” intui’ subito le potenzialità dei Vanadium, e cosciente del fatto che questa nuova tendenza heavy metal cominciava a prendere piede anche nel nostro paese, decise di produrre con la propria etichetta, la Mister, un 45 giri per questa nuova band. Il disco uscì nell’inverno del 1981, il lato A conteneva il brano “We want live R’n’R” mentre il lato B il brano “Heavy metal” due pezzi rivoluzionari per quei tempi. In quel periodo a Milano c’era radio Peter Flower, che era l’unica a trasmettere via etere della musica hard rock, questo disco venne eletto disco flower, cioè veniva mandato in onda ogni tre ore, e com’era logico che accadesse i due brani riscossero un notevole successo, il disco vendette bene, alcune migliaia di copie. Fu allora che la Durium che aveva distribuito il 45 giri, decise di mettere sotto contratto i Vanadium.
Il primo album:
Dopo il buon successo riscontrato col primo disco e un contratto con una major come la Durium, i Vanadium si apprestavano a comporre i brani per quello che sarebbe stato il loro primo album. Purtroppo come capita spesso all’interno di una band, si erano verificate delle divergenze musicali con il batterista ed il bassista, e come se non bastasse il “cartoncino rosso” aveva bussato alla porta del giovane Tessarin, che assillato dal servizio di leva, dovette abbandonare il timone e lasciare tutto nelle mani di Pino e Ruggero, i quali si misero subito alla ricerca di musicisti per la realizzazione del 33 giri. Pino una sera si recò ad un concerto dei New Age, band della quale facevano parte Domenico Prantera ed Emilio Vettor, alla fine chiese a Prantera di entrare a far parte dei Vanadium, Domenico accettò portando con se parte della sua band. In seguito vennero presi Claudio Asquini che nell’album sostituirà Stefano alla chitarra, mentre alla batteria venne scelto Lio Mascheroni, che piacque molto a Domenico per il suo talento. Con queste premesse stava per nascere la più grande rock band italiana, una vera e propria macchina da guerra che avrebbe dominato incontrastata per tutti gli anni 80. Metal Rock esce nei primi mesi del 1982, raggiungendo dati di vendita a dir poco entusiasmanti anche ai giorni nostri, circa 8.000 copie vendute, subito dopo i Vanadium partono per un tour con il famoso Alvin Lee. Rientrato dal servizio militare, Stefano riprende il suo posto nella band e insieme ai compagni si rimette subito al lavoro per il secondo album, con A Race With The Devil il sound acerbo del debutto si delineò e prese forma, heavy rock d’assalto e i Vanadium videro espandersi il proprio stuolo di fans, il brano “Don’t be lookin’ back” aprirà ai Vanadium le porte della televisione con diverse apparizioni in Rai. In due anni i Vanadium affilarono il proprio songwriting, nel 1984 un’altra conferma, Game Over raggiunse numeri da capogiro arrivando ad una cifra vicina alle 54.000 copie vendute solo in Italia. I Vanadium furono anche la prima metal band italiana ad incidere un live album, On Streets Of Danger, con incluso l’inedito “You Can’t Stop The Music” per il quale venne girato anche un video. Con queste premesse, una solidità artistica raggiunta e consacrata sia dalla critica sia dal pubblico, i Vanadium bussarono alla porta dei maestri inglesi in casa loro, il successivo Born To Fight fu inciso in Inghilterra sotto la guida di Lou Austin, produttore di Deep Purple – Judas Priest – Thin Lizzy – Queen, al Marquee di Londra (storico locale) dove girarono il video di “Easy Way To Love” e trascorsero un periodo fantastico che li portò ad esibirsi con act di fama mondiale come Motorhead e Twisted Sister. Nel 1987 diedero alle stampe Corruption Of Innocence, prodotto da Jim Faraci, il suono si spostò verso il metal cromato americano, la band ottenne nuovamente molti riscontri di vendita, anche all’estero, ma il fallimento della Durium fece accusare un duro colpo ai Vanadium. Inevitabile il cambio di etichetta, i Vanadium si accasarono presso la Green Line sotto la quale pubblicarono Seventheaven prodotto da Guy Bidmead, un album dal forte sapore americano che consacrò la voglia della band milanese di non ripetersi e soprattutto di non adagiarsi. Messi da parte i Vanadium per un po’ di tempo, i cinque componenti continuarono a suonare fra collaborazioni varie fino al 1995, quando decisero di lasciare un ultimo ricordo, Nel Cuore Del Caos, fautori questa volta di un rock cantato in italiano e denso, come sempre, di energia. Da allora i componenti del gruppo hanno dato vita a vari progetti musicali come Diumvana, Fire Trails, Rustless: chissà se un giorno potremo ancora riascoltare i Vanadium…